14/06/2018
Prosegue e si concretizza con il momento “Pausa caffè” il progetto “Antenne sociali”, finanziato dal Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, con l'intento di sperimentare in ambiti territoriali specifici la creazione di reti di monitoraggio e di intervento nelle condizioni di fragilità, di vulnerabilità e di solitudini involontarie. Partecipano a livello nazionale 19 regioni che hanno individuato un comune in ogni regione per avviare la sperimentazione: in Veneto è stato scelto il comune di Campolongo Maggiore che sta portando avanti il progetto insieme ad “Anteas Campolongo”.
“Il motto di “Antenne Sociali”, dichiara Fausta Marinello (nella foto), Presidente Anteas Campolongo, è “da soli a solidali”, per rendere la comunità più accogliente e più inclusiva, perché la società non può restare a guardare senza riuscire a vedere tante persone e tante famiglie che in quanto sole finiscono per essere “invisibili” agli occhi di tutti.”
Il progetto si prefigge pertanto di costruire “Antenne sociali” capaci di intercettare le solitudini e le fragilità sociali; nei mesi scorsi, grazie alla collaborazione e segnalazioni di associazioni, cittadini, parrocchie, si sono individuate alcune persone a “rischio isolamento” che saranno coinvolte, da venerdì prossimo e con periodicità, nell'iniziativa “Pausa caffè”, un momento di ritrovo, dialogo, socializzazione seguito da formatori, educatori e volontari che si terrà presso il Punto Turistico di Bosco di Sacco.”
Entusiaste dell'avvio, dopo circa un anno di progettazione e formazione dei volontari, anche l'Assessore al Sociale Cinzia Milani e la Consigliera con delega agli anziani Alessandra Rossetto: “”Siamo felici che ora il progetto si concretizzi sul nostro territorio, con il coinvolgimento di persone a rischio isolamento e grazie ad una stretta collaborazione tra il Comune, l'associazione Anteas e altre realtà locali. Un'esperienza di cittadinanza attiva contro il disagio e la solitudine di anziani e famiglie del territorio, ma non solo, perché la solitudine colpisce sempre di più anche i giovani con conseguenze che purtroppo poi sono visibili a tutti. La “Pausa Caffè” è un passo verso una maggiore inclusione, investendo nella rete di persone per riuscire ad intercettare coloro che sono soli o in difficoltà ma che per svariati motivi non si rivolgono alle istituzioni.”