Ti piace leggere? Allora ascoltami. Anteas Emilia Romagna e la Biblioteca dei Libri Viventi.

Ti piace leggere? Allora ascoltami. Anteas Emilia Romagna e la Biblioteca dei Libri Viventi.

02/04/2019

Bologna. Le Torri, San Luca, i tortellini, Lucio Dalla. Città opulenta, aperta e vitale. E le persone che ci vivono, perfettamente in sintonia.

Oggi incontriamo Mario Vescia, volontario Anteas a Bologna.

Mario è l'affermato dirigente di una nota azienda del distretto tecnologico emiliano; non si è mai occupato di sindacato né di terzo settore. Il lavoro gli procura tante soddisfazioni, è molto impegnato e viaggia tanto.

Poi un bel dì, arriva la pensione.

Certo, si sa che “quel giorno” arriva, ma poi, fare i conti con tutto quel tempo a disposizione quando si è ancora attivi, pieni di energie, idee e voglia di fare, beh, è difficile, oggettivamente.

E così è, infatti, anche per Mario che vive con un certo disorientamento - e un pizzico di tristezza - il ritiro da una lunga, avvincente e soddisfacente esperienza professionale.

Un giorno però, uscendo dalla messa, a S.Lazzaro, incontra Andrea Arnone, uno dei più attivi referenti di Anteas Emilia Romagna.

Cosa fai, cosa non fai, prendiamoci un caffè…

Ed è lì, girando il cucchiaio nella tazzina, che Mario risponde “sì” all'invito di Andrea “Ma perché non vieni in Anteas? Ci sono tante cose da fare, potresti darci una mano!”.

Detto fatto.

Oggi è qui, a distanza di 6 anni da quel caffè, a raccontarmi con soddisfazione le numerose attività associative a cui contribuisce.

Mario mi parla innanzitutto di defibrillatori.

“Uno strumento di assoluta utilità, ma del tutto vano se non lo si sa usare correttamente”.

E così mi spiega che Anteas in Emilia Romagna è riuscita ad acquistare un congruo numero di defibrillatori a un prezzo particolarmente competitivo, li ha distribuiti in diversi centri di aggregazione - dai grandi magazzini, alle stazioni ferroviarie, ai centri anziani, alle palestre - e quindi ha promosso e sviluppato corsi di formazione per il loro corretto utilizzo. Un progetto pilota che ha saputo, peraltro, innescare una specifica politica preventiva da parte della Pubblica Amministrazione.

“Posso dire che senz'altro abbiamo salvato alcune vite”, commenta Vescia.

A questo punto, potrei fermarmi qui. Salvare vite, fosse anche una sola, darebbe ragione in sé dell'esistenza di un'associazione, dell'impegno personale in un'attività di volontariato.

Ma io l'ho cercato per farmi raccontare di un'altra esperienza ancora di cui ho sentito parlare solo a sprazzi e che mi ha incuriosita tantissimo. Per cui continuo la mia chiacchierata con Mario. Cambiamo registro, decisamente. Voglio saperne di più sui Libri Viventi.

“Un'iniziativa nata quasi per caso - inizia di buon grado Mario - ispirandoci ad esperienze già sviluppate nei Paesi Scandinavi”.

Prima di tutto chiariamo ruoli e funzioni: “I Libri Viventi sono persone che narrano la loro esperienza di vita vissuta a dei Lettori ovvero, nella pratica, a degli uditori”.

I testi scritti, insomma, lasciano il passo a una narrazione originale mentre la lettura tradizionale si evolve nell'emozione di un ascolto partecipato.

“Ogni narrazione - continua Vescia - dura circa 40 minuti e l'ascoltatore, alla fine, può fare delle domande. E sono proprio le domande che aiutano il “Libro” a modificare o integrare il racconto della propria storia, stressando se del caso alcuni punti piuttosto che altri”.

 

A parte alcune regole basiche, soprattutto in merito alla durata e a uno schema di massima della storia, non esistono censure: “Non è un premio di letteratura o di oratoria. Non ci sono né cerchiamo nuovi Dickens o Pavese. Ognuno può diventare Libro Vivente e condividere, con spontaneità, la propria storia familiare, di lavoro, di malattia, di viaggi, di amicizia”.

 

Attualmente, mi spiega Mario, abbiamo 30 Libri catalogati: “Ogni Libro ha la propria scheda descrittiva, una specie di quarta di copertina, che esponiamo agli eventi della Biblioteca dei Libri Viventi - BdV”.

 

Già perché Mario, insieme con Andrea e Franco, è un Bibliotecario, ovvero gestisce i rapporti con i Libri, ne cerca di nuovi, cura l'archivio e le relazioni con tutti quegli Enti e Strutture che possono essere interessati a sostenere la Biblioteca dei Libri Viventi e ospitarne gli eventi.

 

Allora Mario, adesso ci devi spiegare come funzionano questi eventi della Biblioteca:

 

“Sì, certo, è molto semplice. Intanto a ogni evento, che ha una durata di circa 3-4 ore, partecipiamo con 8 massimo 10 Libri. Noi bibliotecari raccogliamo le scelte dei Lettori ed entro una mezz'ora iniziano quindi i racconti dei Libri Viventi, in quelle che possiamo definire piccole isole dove attorno a un tavolino si riuniscono 3-4 Lettori per ciascun Libro”.

 

Gli eventi della Bdv si svolgono in diverse location: centri anziani, fiere, eventi organizzati dal Comune, biblioteche tradizionali, scuole.

 

“Il pubblico del Lettori è molto eterogeneo. Adulti, ma anche giovani. Ad esempio siamo stati convocati da tre importanti Licei di Bologna per una nostra “performance” dedicata ai maturandi e devo dire che, nonostante avessimo qualche perplessità iniziale, la loro attenzione e il loro coinvolgimento ci hanno…inumidito gli occhi”.

 

Ma è evidente che il valore aggiunto di questa Biblioteca fuori dell'ordinario non è solo per il destinatario finale e cioè il Lettore:

“Abbiamo riscontrato l'enorme beneficio conseguente al contatto/confronto con il pubblico da parte dei Libri. La nostra Biblioteca risponde all'esigenza, intima, del guardarsi dentro, con franchezza, per poi raccontarsi liberamente e, ancora, da spazio a quella, potentissima, del comprendere come ogni vissuto abbia un senso e un'importanza in termini assoluti”.

 

Ci regala un aneddoto, a questo punto, Mario:

“Abbiamo un Libro novantenne. Ha fatto tutta la Guerra di Liberazione. Un'esperienza di una durezza inenarrabile, scioccante, che gli ha cambiato l'esistenza. Ebbene, attraverso questo suo narrare nella BdV, a mano a mano, lo abbiamo visto rifiorire. Condividere un percorso che era anche un macigno interiore lo ha letteralmente rigenerato”.

 

Gli eventi della Biblioteca sono anche occasione di recruitment: “A volte i Lettori, dopo l'ascolto, ci chiedono di poter diventare a loro volta Libri: sentono di avere anche loro qualcosa da raccontare. Gli eventi e il passaparola restano le armi migliori, almeno per ora, per ampliare il nostro archivio”.

 

Poi Mario mi parla anche di un progetto, ancora embrionale, per allestire una piattaforma web volta a dare visibilità alle storie e raccoglierne altre; perché in effetti questo è il suo principale cruccio:

 

“Spero davvero che ci sia continuità per questa iniziativa, speriamo di trovare nuovi bibliotecari, col giusto entusiasmo e la giusta sensibilità, che un domani prendano in carico la Biblioteca”.

 

Lo spero anch'io. Lo speriamo tutti, anzi, di più, dovremo fare in modo che ciò accada.

 

“Come volontario, io faccio un lavoro d'ufficio - conclude Mario - e ho tantissima ammirazione, quasi un senso di colpa, per i volontari che invece vanno “su strada”, che si sporcano le mani per davvero e sinceramente chino il capo nei loro confronti”.

 

Caro Mario, veicolare valori, consolidare la memoria collettiva, ricordare alle persone, tutte, quanto sono importanti, combattere la solitudine non è certamente un volontariato minore.

 

Viva la Biblioteca dei Libri Viventi. Grazie Anteas!