in questi giorni difficili, ad ognuno di noi capita di vivere sentimenti contrastanti. In alcuni momenti, sembra prevalere il desiderio di mettersi al sicuro, pensare alla propria salute e al proprio star bene. Poi capisci che non puoi farcela da solo: perché vuoi bene a qualcuno; perché hai bisogno che qualcuno ti aiuti per le faccende quotidiane; perché la solitudine pesa e rende tutto più difficile.
Per le volontarie e i volontari la vita si complica ulteriormente. Per chi è chiamato a stare in “prima linea”, e a cui va tutta la nostra riconoscenza, si tratta di tenere insieme la spinta al servizio con l'intelligenza che invita a rispettare scrupolosamente le norme per la salvaguardia del singolo e della comunità.
Ci sono anche volontarie e volontari costretti a rimanere a casa per non diventare inconsapevoli alleati della diffusione del virus. Siamo sicuri che molti scalpitano, si sentono in colpa per dover restare a casa e magari corrono il rischio di esporsi al contagio.
Vi proponiamo allora un'azione semplice che, però, può diventare rivoluzionaria: essere Antenne Sociali a distanza.
È una possibilità per tutte le donne e gli uomini di buona volontà. Vogliamo sentirci vicini pur nella distanza. Pensiamo a quanto sarebbe bello far partire una rete di legami a distanza che possa consentire a chi è solo a casa di far parte di una “famiglia”.
Ecco i 5 passi essenziali:
1. Individuare le 3 persone che a nostro parere potrebbero soffrire di solitudine e che possono essere raggiunte via telefono.
2. Provare a costruire il “primo contatto” semplicemente per capire come va, quali sono le preoccupazioni, quali precauzioni occorre rispettare...
3. Una prima telefonata è utile per capire se la persona ha qualche esigenza urgente a cui la solitudine non consente di dare una risposta; perciò sarà bello darsi un appuntamento per risentirsi.
4. Mantenere la promessa di richiamare, mettendo in agenda la seconda telefonata.
5. Condividere l'esperienza di “Antenne sociali” a distanza perché da “soli” vogliamo diventare “solidali”: possiamo inviare i nostri racconti a sviluppo@anteas.org
Ci piace pensare che ciascuna relazione concorra a mantenere attiva una rete di ascolto e di accoglienza in cui nessuno si senta solo.
Sono certa che parteciperete, sono certa che saremo in tanti!
Sofia Rosso
Presidente Nazionale ANTEAS